Un interessante articolo è apparso sul sito www.andi.it, in cui il Dr. Giovanni Molina Rojas ha analizzato il possibile utilizzo dell’Ozono nelle operazioni di pulizia e disinfezione degli ambienti.
La sanificazione con ozono è un metodo di decontaminazione degli ambienti lavorativi di cui si parla molto. Secondo le aziende che ne commercializzano i macchinari, l’ozono sembra infatti offrire numerosi vantaggi rispetto ai tradizionali metodi di detersione delle superfici: basso costo, elevata efficacia contro tutti i microorganismi, tempo di azione ridotto, raggiungimento di tutte le superfici contaminate, assenza di odore, assenza di residui.
Proprio alla luce dei profili legislativi, riguardo alla tipologia di prodotti che si stanno proponendo, è importante valutare con molta attenzione le posizioni degli enti istituzionali prima di acquistare qualunque tipologia di macchinario.
SANIFICARE GLI AMBIENTI CON L’OZONO
La capacità dell’ozono di agire come agente disinfettante è però un argomento molto controverso, la letteratura scientifica si divide tra articoli che ne sostengono l’efficacia, e articoli che invece ne sconsigliano l’utilizzo.
Gli studi a favore dell’ozono ne descrivono un potere disinfettante molto superiore rispetto ad altri agenti chimici comunemente utilizzati, come ad esempio l’ipoclorito di sodio.
In concentrazioni pari a 0.2-0.5 mg/l, associate a un tempo di contatto di 10 minuti, l’ozono è in grado di inattivare batteri, spore e virus dispersi in soluzione acquosa (Amato et al., 2002; AAMI, 2004).
Uno studio molto recente ne ha confermato la particolare efficacia contro i virus soprattutto se associato ad alte concentrazioni di umidità relativa (Debuis et al., 2020).
Il motivo delle controversie è tuttavia dovuto alle diverse condizioni ambientali in cui è stato sperimentato il meccanismo d’azione dell’ozono, infatti tutti gli studi che ne confermano l’efficacia hanno utilizzato l’ozono in soluzione acquosa o ad alte concentrazioni di umidità relativa.
Questo perché l’ozono viene utilizzato principalmente per la purificazione delle acque o nell’industria alimentare, ambienti dove è possibile ricreare le condizioni ideali per la sua efficacia contro i microorganismi, mentre ben diversa si è dimostrata l’efficacia dell’ozono utilizzato esclusivamente come gas libero e non associato ad acqua o elevate percentuali di umidità.
In uno studio del 1998 è stata valutata l’efficacia dell’ozono nella decontaminazione di stanze ospedaliere, in questo studio l’ozono si è dimostrato inefficace se utilizzato in concentrazioni pari a 0.14ppm, anche se applicato per un lungo periodo di 4 o 7 ore consecutive (Berrington et al. 1998).
Quindi un motivo di fraintendimento è la concentrazione di ozono utilizzata per sanificare una superficie. Infatti le concentrazioni efficaci per eliminare virus e batteri vanno da 0.2ppm fino a 4.1ppm (Fonti: Edelstein et al., 1982; Joret et al., 1982; Farooq and Akhlaque,1983; Harakeh and Butle, 1985; Kawamuram et al. 1986).
Come verrà descritto in seguito però, alcuni enti internazionali (la Food and Drug Administration – FDA, la Occupational Safety and Health Administration – OSHA, il National Institute of Occupational Safety and Health – NIOSH, e l’Environmental Protection Agency – EPA) considerano l’ozono un gas tossico e ne impongono concentrazioni non superiori a 0.05-0.1ppm negli ambienti lavorativi.
Ne deriva quindi che, se utilizzato in concentrazioni non tossiche, l’ozono con tutta probabilità non sarebbe efficace per una adeguata sanificazione degli ambienti.
Per quanto riguarda l’efficacia dell’ozono contro il Covid-19, una recente review ha analizzato la letteratura attualmente disponibile.
In base al suo meccanismo d’azione si presume che l’ozono possa essere efficace anche contro il virus Covid-19, ma al momento non c’è alcuna evidenza scientifica a supporto di questa ipotesi (Hajebrahimi et al., 2020).
TOSSICITA’ DELL’OZONO
L’ozono è una sostanza tossica per l’uomo. Studi scientifici hanno dimostrato che già a concentrazioni inferiori a 0.2ppm può causare sintomi soprattutto a carico delle vie respiratorie: alterazione della permeabilità degli epiteli con conseguente riduzione della funzionalità polmonare (fino ad edema), tosse, dispnea, aggravamento delle patologie respiratorie (ad esempio asma) e reazioni infiammatorie (Krishna et al., 1995; Krishna et al., 1998).
L’ozono è anche causa di altri disturbi quali bruciore agli occhi, mal di testa, debolezza e si sospetta inoltre anche una possibile genotossicità della molecola (Victorin, 1992).
Infine l’ozono, a causa del suo elevato potenziale ossidativo, potrebbe reagire con altri componenti chimici presenti nella stanza dove viene immesso e potenzialmente liberare dei composti volatili pericolosi per la salute (Weschler et al., 1992a, 1992b, 1996; Zhang and Lioy, 1994).
Per questi motivi diversi enti internazionali hanno espresso severe disposizioni riguardo all’esposizione all’ozono.
Ad esempio la Food and Drug Administration (FDA) impone che l’output di ozono per strumentazione medica non deve superare 0.05 ppm.
La Occupational Safety and Health Administration (OSHA) impone che i lavoratori non devono essere esposti in media a una quantità di ozono di 0.10 ppm per 8 ore.
Il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH) racomanda un limite massimo di esposizione di 0.10 ppm, da non superare in alcun caso.
Gli standards nazionali di qualità dell’aria dell’Environmental Protection Agency (EPA) impongono un limite massimo di esposizione di 0.08ppm nella media di 8 ore.
Le uniche due posizioni del Governo Italiano riguardo all’utilizzo dell’Ozono come presidio di sanificazione degli
ambienti che è stato possibile reperire sono:
“Parere del CNSA sul trattamento con ozono dell’aria negli ambienti di stagionatura dei formaggi” rilasciato dal Ministero della Salute, dipartimento della sanità pubblica veterinaria della sicurezza alimentare e della nutrizione, il 27 ottobre 2010.
Il protocollo del 31 Luglio 1996 n°24482, nel quale Il Ministero della Sanità ha riconosciuto l’utilizzo dell’ozono nel trattamento dell’aria e dell’acqua, come presidio naturale per la sterilizzazione di ambienti contaminati da batteri, virus, spore, muffe ed acari.
Queste risorse sembrerebbero essere troppo esigue per affermare che gli organismi statali italiani raccomandino l’utilizzo dell’ozono come presidio di sanificazione di strutture medico-sanitarie, soprattutto al fine di prevenire trasmissione delle infezioni da coronavirus, incluso il Covid-19. Anzi, proprio la mancanza di documenti ufficiali che facciano specificatamente riferimento all’ozono come presidio di disinfezione in ambito medico-sanitario (non solo eccezionale, come nel caso dell’attuale pandemia da Covid-19, ma anche routinario) suggerisce molta prudenza riguardo al suo utilizzo nella pulizia e disinfezione degli ambienti.
Diverse aziende produttrici o distributrici di purificatori d’aria a base di ozono fanno riferimento ai due documenti citati sopra per giustificarne la vendita come sanificatori per ambienti.
E’ importante sottolineare che suddetti documenti fanno riferimento all’utilizzo dell’ozono per l’industr
ia alimentare o per la purificazione delle acque.
In questi ambiti le modalità di sanificazione con ozono sono molto diverse dall’utilizzo come sanificatori ambientali (elevata concentrazione del gas e suo utilizzo in soluzione acquosa o ad elevate percentuali di umidità) e non sono riproducibili in normali ambienti commerciali frequentati da persone come uffici, stabilimenti, officine.
CONCLUSIONI
L’ozono è un agente disinfettante che viene già utilizzato con successo in alcuni settori industriali perché possiede delle caratteristiche molto interessanti.
Se utilizzato in precise condizioni di isolamento ed elevata umidità, o ancora meglio dissolto in acqua, presenta numerosi vantaggi: basso costo, elevata efficacia contro tutti i microorganismi, tempo di azione ridotto, raggiungimento di tutte le superfici contaminate, assenza di odore, assenza di residui.
In base al suo meccanismo d’azione si presume che possa essere efficace anche contro il virus Covid-19, ma al momento non c’è alcuna evidenza scientifica a supporto di questa ipotesi.
Studi scientifici hanno tuttavia dimostrato un’efficacia dell’ozono molto inferiore quando esso viene utilizzato in forma gassosa in normali condizioni ambientali.
In assenza di acqua o in assenza di elevata umidità infatti l’ozono ha un ridotto potere igienizzante e necessita di concentrazioni più elevate (tossiche per l’uomo) e tempi più lunghi per esplicare la sua azione contro i microorganismi patogeni.
A questo si somma il fatto che l’ozono, con il suo alto potenziale ossidativo, attacca gli elastomeri (gomma naturale, polibutadiene, stirene-butadiene gomma e gomma nitrilica) causandone degradazione e fessurazione. Il suo uso ripetuto potrebbe quindi danneggiare alcune strumentazioni presenti all’interno delle stanze in cui viene utilizzato.
L’ozono è un gas tossico per il sistema respiratorio che per essere utilizzato in sicurezza dovrebbe essere mantenuto a concentrazioni basse, sotto 0.10ppm (quindi poco efficaci visto che le concentrazioni normalmente raccomandate dalle case produttrici vanno da 0.2ppm fino a 4.1ppm).
Sono necessari inoltre una precisa taratura dei macchinari che lo producono in base alle dimensioni della stanza da sanificare, l’isolamento delle stanze trattate e protocolli per un’adeguata aerazione dei locali dopo il suo utilizzo.
Secondo la normativa italiana e internazionale le tradizionali procedure di sanificazione con prodotti come l’ipoclorito di sodio (0.1% -0,5%) o l’etanolo (62-71%), associate ad una frequente ventilazione dei locali di almeno 10-15 minuti sono misure sufficienti a garantire la prevenzione delle infezioni da Covid-19.
In conclusione, l’ozono, utilizzato come agente disinfettante, presenta sicuramente delle caratteristiche molto interessanti, e potrebbe costituire una valida risorsa per la sanificazione di ambienti.
E’ consigliato tuttavia attendere che future evoluzioni della tecnologia ne consentano il suo utilizzo in totale sicurezza e che ulteriori studi scientifici ne confermino l’efficacia.
Per il momento si raccomanda di limitarsi a seguire le linee guida di sanificazione indicate da enti governativi e autorevoli come il Ministero della Sanità e l’OMS.
Una delle sfide più complesse che affrontano le Aziende di Facility Management come Ecomm srl è quella legata alla Pulizia e Disinfezione delle Strutture Sanitarie, siano esse Cliniche od Ospedali.
Uno dei problemi iniziali da affrontare è che comunemente si è portati a definire termini quali Pulizia, Sanificazione e Disinfezione in modo confuso, a volte come sinonimi, mentre in particolari casi si ha la tendenza a definire come pulizia anche stadi di igiene più avanzati.
In realtà ciascuno di questi concetti porta significati tecnici ben precisi e dovrebbe essere utilizzato in modo corretto e consapevole.
Occorre quindi fare chiarezza nei termini:
La Sanificazioneè un intervento mirato ad eliminare qualsiasi batterio ed agente contaminante, rendendo l’ambiente sano per la vita delle persone. Si parla quindi di Piani di Sanificazione come l’insieme delle operazioni di Pulizia e Disinfezione (ove necessaria) che si effettuano, utilizzando macchinari, prodotti chimici detergenti o disinfettanti, per riportare il carico microbico entro standard di igiene accettabili ed ottimali che dipendono dalla destinazione d’uso degli ambienti interessati.
Nelle operazioni di Sanificazione rientrano anche gli interventi di Disinfestazione e Derattizzazione atti ad allontanare o eliminare animali infestanti e parassiti dagli ambienti.
La Pulizia è l’insieme delle operazioni manuali o meccaniche, con l’utilizzo di acqua e sostanze detergenti (detersione), che occorrono praticare per rimuovere lo sporco visibile di qualsiasi natura (polvere, grasso, liquidi, materiale organico) da qualsiasi tipo di ambiente, superficie o macchinario. E’ un’operazione preliminare ed è indispensabile ai fini delle successive fasi di disinfezione.
La Disinfezioneè una misura, preceduta dalla Pulizia, atta a ridurre tramite uccisione, inattivazione o allontanamento/diluizione, la maggior quantità di microrganismi quali, batteri, virus, funghi o spore, al fine di controllare il rischio di infezioneper persone o di contaminazione di oggetti o ambienti. Essa consiste nell’applicazione di agenti disinfettanti, chimici o fisici, che sono in grado di ridurre il carico microbiologico presente su oggetti e superfici da trattare.
A questi termini si aggiunge la Sterilizzazione, intesa come il risultato finale di un processo che grazie all’avanzare della tecnologia, tende a garantire la condizione in cui la sopravvivenza dei microrganismi è altamente improbabile. Una popolazione di oggetti è considerata sterile se un oggetto su un milione è contaminato. Un materiale viene definito sterile quindi, se il SAL (livello di sicurezza di sterilità) è inferiore a 10−6; cioè quando le probabilità di trovarvi un microrganismo sono inferiori ad una su un milione (fonte definizione Wikipedia).
Adesso che sono chiari i termini, possiamo andare a vedere quali sono le Aziende abilitate a svolgere Sanificazioni Ambientali e che requisiti debbono avere:
Iscrizione alla Camera di Commercio con codice Ateco 81.21 per attività di pulizia e disinfezione
Nomina di un Responsabile Tecnico per le attività di disinfezione e sanificazione ambientale
Questi 2 requisiti sono le condizioni richieste oggi per una moderna Azienda che possa svolgere Sanificazioni Ambientali, come lo è Ecomm srl.
LA PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI
Nella progettazione degli interventi di pulizia, disinfezione e sterilizzazione di Strutture Sanitarie, le moderne aziende come Ecomm srl hanno gli strumenti per individuare le diverse tipologie di ambiente, in modo da attribuire il giusto livello di servizio ed evitare sia problematiche legate al rischio infezione, sia inutili maggiori costi per interventi sovradimensionati.
La predisposizione, per ogni ambiente, delle corrette procedure di pulizia/disinfezione, prende il nome di Piano di Sanificazione, essenziale per la sicurezza igienico – sanitaria degli ambienti.
Esso comprende tutti i trattamenti, di Pulizia e di Disinfezione, necessari per rendere una superficie pulita, sia Fisicamente (assenza di sporco visibile), sia Chimicamente (assenza di residui di sostanze nocive compresi detergenti e disinfettanti), sia Microbiologicamente: (assenza di microrganismi patogeni (dannosi) e riduzione della carica batterica totale).
Per quanto riguarda gli interventi di Pulizia, che riguardano l’asportazione dello sporco visibile tramite sistemi meccanici e mediante l’uso di detergenti, possiamo suddividere questi ultimi in tre classi, che devono essere usati per diverse tipologie di sporco: detergenti acidi hanno la capacità di rimuovere lo sporco secco come calcare, ruggine, calce, mentre detergenti alcalini o basici sono solventi dello sporco grasso, in alcuni casi, per evitare di rovinare superfici delicate si ricorre a detergenti neutri, ad esempio applicati nella pulizia dei pavimenti.
Alla pulizia deve seguire inevitabilmente una prima fase di risciacquo, se necessario, per la rimozione dei detergenti e per procedere poi alle successive operazioni di disinfezione. La frequenza delle operazioni di pulizia dovrebbe essere correlata al tipo di utilizzo che si fa di un ambiente e comunque negli ambienti di lavoro le operazioni ordinarie non dovrebbero avere una frequenza inferiore a quella giornaliera.
Gli interventi di Disinfezione consistono nell’applicazione di prodotti disinfettanti, registrati al Ministero della Sanità Italiana, oppure di macchinari, che sono in grado di ridurre significativamente la carica batterica presente su oggetti e superfici, non arrivando mai a livello SAL < 10−6, come per la condizione di sterilità.
Bisogna sempre ricordare che tali prodotti sono generalmente considerati contaminanti chimici per cui il risciacquo è fondamentale per evitare problemi di contaminazione chimica, alcuni formulati non richiedono il risciacquo del prodotto unicamente per la concentrazione bassa degli attivi.
La frequenza delle operazioni di disinfezione e delle altre operazioni comprese nella sanificazione ambientale devono essere programmate in base alla destinazione d’uso dell’ambiente ed è sempre necessario prevedere interventi straordinari di disinfezione anche a seguito di situazioni di emergenza o di aumento dell’attività lavorativa.
Altre forme di Sanificazione
E’ possibile ottenere una corretta Sanificazione utilizzando, dopo una attenta pulizia, anche detergenti sanificanti (non registrati al Ministero della Sanità Italiana), ma questi, secondo Noi di Ecomm srl, non garantiscono un risultato adeguato in ambienti sensibili come le Strutture Sanitarie.
Ulteriori forme di Sanificazione sono quelle legate all’utilizzo dell’ozono: è una sostanza conosciuta principalmente per il suo importantissimo ruolo nell’equilibrio ecologico, in quanto assorbe la maggior parte delle radiazioni ultraviolette provenienti dal sole, impedendo loro di raggiungere la superficie terrestre. È un gas instabile che viene prodotto sul posto da generatori in grado di saturare gli ambienti e che grazie al suo potere ossidante, a seguito di saturazione dell’ambiente e con tempistiche di circa 20/30 minuti, è in grado di eliminare il 99,98% dei microrganismi presenti comprese muffe, e alcuni parassiti come gli acari, abbattendo anche i cattivi odori all’interno dell’ambiente.
In particolari ambienti, dove il rischio che si sviluppino patologie, anche contagiose, è estremamente alto, come ad esempio ambulanze o mezzi di soccorso in genere, si utilizza la Sanificazione con erogatori di aerosol. Anche in questo caso, la tecnica è molto semplice ed ha un elevato potere sanificante: attraverso un apparecchio aerosolizzatore si immette nell’aria un aerosol secco che non bagna le suppellettili e non forma patine, uccidendo virus e batteri.
Indipendentemente dalle tecniche utilizzate per arrivare alla sanificazione di un ambiente, è importante ribadire l’importanza di un concetto: la sanificazione deve diventare un’attività consueta e routinaria. Laddove infatti non si intervenga ad intervalli regolari si corre il rischio di una infezione batterica che se non trattata adeguatamente può portare alla successiva moltiplicazione dei batteri.
È importante quindi attuare tutte le misure di prevenzione con interventi di pulizia/disinfezione regolari e con un monitoraggio costante in modo che gli ambienti abbiano la garanzia della totale salubrità.