Nel tumulto dell’era digitale, dove la connessione è onnipresente e le notifiche incessanti ci tengono costantemente aggiornati, emerge un nuovo concetto: la JOMO, acronimo di Joy of Missing Out. In questo articolo, esploreremo il significato della JOMO, i suoi benefici psicologici e come praticarlo nella vita quotidiana, sia a livello personale che professionale, proprio perchè Ecomm srl è da sempre attenta al benessere dei propri lavoratori ed alla proporzionale soddisfazione dei propri Clienti.
La JOMO è il piacere di disconnettersi dalle attività sociali o digitali senza sentire il bisogno di partecipare o essere presenti. A differenza della FOMO, ovvero la paura di perdere qualcosa, la JOMO celebra l’assenza consapevole, permettendoci di godere di momenti di silenzio e tranquillità senza sensi di colpa, in modo da ricaricare le energie psico fisiche del nostro corpo.
In un mondo lavorativo sempre più competitivo e veloce, in cui Ecomm srl è uno degli interlocutori più preparati nei servizi di pulizia e disinfezione industriale e pulizia tecnica del Nord Ovest, il benessere dei lavoratori è molto importante perchè sono loro il vero valore aggiunto presso i Clienti. Si assiste quindi ad un dualismo difficile da gestire: da un lato la necessità di rimanere connessi e pronti per soddisfare il Cliente, dall’altro l’importanza di trovare dei momenti di riposo, di fare JOMO insomma.
Infatti, mentre la FOMO ci spinge ad essere costantemente connessi e coinvolti in ogni evento o situazione, la JOMO ci invita ad essere selettivi e a dare priorità a ciò che realmente ci porta gioia e soddisfazione. È una scelta consapevole di concentrarsi sul presente anziché essere distratti dal desiderio costante di essere altrove.
Un recente studio condotto dal duo di ricercatori Rautela & Sharma (2022), ha esaminato le dinamiche tra i fruitori dei social media, prevalentemente giovani adulti, esplorando i legami tra l’abitudine problematica all’utilizzo di internet, il benessere mentale, l’affaticamento derivato dall’interazione sui social network, la FOMO e la JOMO. I risultati emersi da questa ricerca indicano che l’abuso di Internet incide significativamente sulla salute psicologica e mentale, così come sulla percezione di FOMO e sull’affaticamento dovuto all’uso dei social media.
Tra i punti salienti emersi da questo studio:
Contrariamente alle ipotesi, non si è riscontrato un impatto sostanziale della FOMO sull’affaticamento derivato dai social media, suggerendo l’esistenza di altri fattori, forse intrinseci alla natura dell’interazione sui social media, che giocano un ruolo più significativo nella generazione di tale stanchezza.
Il desiderio di disconnessione come catalizzatore per la JOMO: è interessante notare come l’affaticamento derivato dall’utilizzo dei social media induca un desiderio di separazione, facilitando così l’adozione della mentalità JOMO. Questo denota una reazione deliberata e consapevole contro gli effetti dannosi dell’eccessiva esposizione digitale.
La JOMO come risposta salutare: infine, il risultato più significativo di questa indagine è che la JOMO si configura come una reazione positiva all’abuso di Internet e all’affaticamento derivato dai social media, offrendo un percorso per recuperare il controllo sulla propria vita digitale e mentale.
La pratica della JOMO porterebbe quindi numerosi vantaggi per il benessere emotivo e mentale:
Riduce stress e ansia: liberarsi dalla pressione di dover partecipare a tutto ridurrebbe lo stress e l’ansia legati alla comparazione sociale e al bisogno costante di gratificazione esterna;
Incrementa il benessere emotivo e mentale: concentrarsi sul presente e sulle attività significative porterebbe ad un maggiore benessere emotivo e mentale, permettendoci di apprezzare di più ciò che abbiamo anziché desiderare ciò che non abbiamo;
Favorisce la connessione con sé stessi e gli altri: la JOMO ci invita a connetterci più profondamente con noi stessi e con gli altri, permettendoci di valorizzare le relazioni reali e autentiche anziché quelle superficiali e virtuali.
In definitiva la JOMO può avere importanti implicazioni nel contesto lavorativo e sociale, in quanto aiuta a migliorare la produttività e la creatività, consentendo di concentrarsi sulle attività lavorative con maggiore chiarezza e determinazione e aiutandoci a raggiungere gli ambiziosi obiettivi posti da Ecomm srl.
Nello stesso tempo imparare a dire “no” a richieste eccessive o non prioritarie e impostare confini sani, permette di preservare il proprio tempo e le proprie energie per ciò che è veramente importante, ed è ciò che Ecomm srl desidera per i propri lavoratori.
Promuovere la JOMO può portare ad un ambiente più equilibrato e collaborativo, in cui le persone si sentono libere di essere sé stesse senza il costante bisogno di conformarsi alle aspettative degli altri.
Per integrare la JOMO nella nostra vita quotidiana, possiamo adottare alcune pratiche:
Impostare limiti sull’uso dei social media e della tecnologia. Ridurre il tempo trascorso online e impostare limiti sull’uso dei social media aiuta a ridurre la comparazione sociale e a concentrarsi sulle nostre esperienze personali;
Dare priorità alle attività significative e rilassanti che ci porteranno gioia e soddisfazione, anche se ciò significa rinunciare a eventi o opportunità che potrebbero sembrare allettanti ma non essenziali;
Valorizzare il tempo trascorso da soli e il silenzio. Trovare momenti di tranquillità e riflessione permette di ritrovare l’equilibrio interiore e di apprezzare il valore del silenzio nella frenesia della vita moderna.
La JOMO ci ricorda l’importanza di trovare un equilibrio tra la connessione digitale e i momenti di assenza consapevole. È un invito a rallentare, a godersi il presente e a valorizzare ciò che ci rende veramente felici. In un mondo sempre più connesso, abbracciare la JOMO può portare ad una maggiore serenità, soddisfazione e gioia nella vita quotidiana, aiutandoci ad affrontare il lavoro nel modo migliore.
La pulizia e la disinfezione condotte “abbinando procedure di lavoro corrette e le strumentazioni più idonee” rappresentano un punto cardine nella prevenzione della diffusione di microrganismi patogeni sia durante le normali attività che in situazioni emergenziali (quali ad esempio l’emergenza da Covid-19).
La nuova pubblicazione INAIL “La sanificazione nel post Pandemia”, pubblicato nel 2024 e rivolto sia ai Clienti che alle moderne Imprese di Pulizia quali Ecomm srl, si sofferma sull’importanza della pulizia e della disinfezione degli ambienti al fine da renderli più salubri e sicuri per i Lavoratori.
L’obiettivo è sensibilizzare le Aziende, siano esse utilizzatrici del servizio che esecutrici, ai processi di sanificazione (che ricordiamo sono formati da pulizia e disinfezione) come prassi standard di prevenzione dagli infortuni e dalle malattie sul lavoro.
Il documento “promuove l’adozione di processi di pulizia e sanificazione come prassi ‘standard’ entrando nello specifico della scelta delle strumentazioni da utilizzare, nella descrizione delle metodologie da seguire, fornendo indicazioni per la corretta gestione delle pulizie, informazioni su un appropriato utilizzo delle macchine, delle attrezzature e dei prodotti chimici detergenti e disinfettanti comunemente utilizzati, nella formazione dell’operatore, nel controllo del risultato e nella descrizione dei possibili rischi che possono derivare dallo svolgere questa attività”, tutti elementi utilizzati ormai da tempo da Ecomm srl, ma non dalla maggioranza delle altre aziende presenti sul mercato.
Proprio dalla lettura di tale documento analizziamo ora i seguenti punti:
La sanificazione post pandemia: sporco, pulizia e circolo di Sinner
Il documento si sofferma innanzitutto sui concetti di sporco e di pulizia.
Si ricorda che si considera sporco tutto l’indesiderato che contamina le superfici, gli oggetti e l’ambiente e che lo sporco si divide in sporco libero, sporco aderente e sporco invisibile (quest’ultimo composto da virus, batteri, funghi, protozoi, residui organici e contaminanti chimici).
E a questo proposito si citano report che evidenziano come “campioni prelevati da superfici di ambienti indoor quali negozi, asili nido, uffici, palestre, centri commerciali e ristoranti sono risultati contaminati con concentrazioni batteriche molto elevate e alcuni campioni includevano anche coliformi (7%) e batteri fecali (1.5%)”.
Si indica poi che la regolare pulizia degli ambienti “è in grado di garantire un adeguato livello igienico alle persone che li occupano” e che nonostante “la recente pandemia da Sars-Cov-2 ne abbia dimostrato l’imprescindibilità, il valore della pulizia non è ancora universalmente riconosciuto, tanto che ancora rappresenta una voce di costo più che un investimento di prevenzione fondamentale nella tutela della salute del cittadino e del lavoratore”.
Quando si effettua una qualsiasi operazione di pulizia, continua il documento INAIL, “è bene considerare un insieme di fattori o forze strettamente correlati tra di loro che interagiscono nella rimozione dello sporco” e che costituiscono “il circolo fattoriale ideale o anche circolo di Sinner”.
Questi i fattori che costituiscono il circolo di Sinner:
l’azione meccanica,
l’azione chimica tramite i detergenti,
la temperatura,
il tempo di contatto dei detergenti.
Idealmente questo circolo è diviso in 4 spicchi uguali, dove ognuna delle 4 azioni contribuisce per il 25% all’operazione di pulizia.
Ma la realtà è ben diversa: poiché nel settore della pulizia il costo maggiore è costituito dalla manodopera ed è importante che il tempo impiegato sia il minore possibile, pertanto, se il tempo viene ridotto, gli altri 3 fattori conseguentemente dovranno compensarlo: soprattutto l’azione chimica e l’azione meccanica, la cui maggiore efficacia permetterà all’operatore di velocizzare le operazioni di pulizia.
E chiaramente la conoscenza degli strumenti corretti per le attività di pulizia e disinfezione, come indicano anche le procedure interne Ecomm srl, “è una condizione strettamente necessaria al fine di raggiungere risultati ottimali, sia dal punto di vista delle performance, sia della sicurezza degli operatori e sia della sicurezza ambientale”.
La sanificazione post pandemia: disinfettanti, biocidi e presidi medici
Il documento indica poi che la disinfezione può completare il processo di sanificazione “distruggendo o inattivando eventuali agenti patogeni grazie all’azione di sostanze disinfettanti classificate come presidi medico-chirurgici di comprovata efficacia nei confronti delle diverse tipologie di microrganismi”.
E questa operazione, da eseguire “sempre dopo e mai prima della pulizia meccanica”, riguarda “il complesso di procedimenti e operazioni atti ad abbattere la carica microbica di un ambiente, superficie, strumento, ecc., con prodotti applicati direttamente, vaporizzati/aerosolizzati o con sistemi generanti in situ sostanze come principi attivi/radicali liberi ossidanti ecc”.
Gli autori si soffermano poi sui biocidi e i presidi medico chirurgici.
In particolare il Regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 maggio 2012 (BPR) definisce «biocidi» ‘qualsiasi sostanza o miscela nella forma in cui è fornita all’utilizzatore, costituita da, contenente o capace di generare uno o più principi attivi, allo scopo di distruggere, eliminare e rendere innocuo, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo, con qualsiasi mezzo diverso dalla mera azione fisica o meccanica’. E “la validazione di una formula come biocida spetta alle autorità nazionali di ciascun paese sulla base della suddetta normativa stabilita dall’Unione Europea”.
Riguardo ai presidi medico chirurgici (PMC) si indica che i prodotti disinfettanti “che non contengono principi attivi già approvati secondo il Regolamento BPR, ricadono sotto la normativa nazionale e sono identificati con la denominazione di Presidi Medico Chirurgici (PMC). La validazione dei PMC, per l’immissione in commercio sul mercato italiano, è a carico del Ministero della salute, ai sensi del DPR 392 del 6 ottobre 1998 e del Provvedimento 5 febbraio 1999, dopo opportuna valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità, che valuta la composizione quali-quantitativa, l’efficacia nei confronti degli organismi target, la pericolosità e la stabilità”.
Inoltre in base all’attività espletata sui microrganismi, i disinfettanti/biocidi possono essere classificati in:
disinfettanti di basso livello: “capaci di distruggere diversi batteri ed alcuni virus e miceti, ma non sono in grado di eliminare i bacilli tubercolari e le spore batteriche” (ad esempio i composti dell’ammonio quaternario, i fenoli in soluzione detergente, i derivati del cloro > 100 ppm di cloro disponibile, il perossido di idrogeno soluzione al 3%, la clorexidina 1,5%);
disinfettanti di livello intermedio: “capaci di distruggere tutti i batteri in fase vegetativa, la maggior parte dei virus e dei miceti; non hanno però un’azione sicura sulle spore” (ad esempio alcol etilico soluzione al 70%, aldeide glutarica soluzione al 2% con esposizione 10’, derivati del cloro >1000 ppm di cloro disponibile, iodofori, polifenoli detergenti);
disinfettanti di alto livello: “capaci di distruggere tutti i microrganismi in qualsiasi forma organizzativa, ad eccezione di alcune spore batteriche, nonché sono in grado di inattivare il Mycobacterium tubercolosis” (ad esempio i clorossidanti elettrolitici, l’ipoclorito di sodio stabilizzato, l’acido peracetico < 1%, l’aldeide glutarica nella soluzione al 2% con esposizioni da 20’ a 3 ore).
La sanificazione post pandemia: indicazioni e sicurezza nell’uso dei prodotti
Il documento riporta poi alcuni accorgimenti pratici nell’impiego dei disinfettanti:
La disinfezione deve essere preceduta da una accurata pulizia con detergenti.
L’acqua è una delle più comuni cause di contaminazione delle soluzioni disinfettanti.
Una maggiore concentrazione di disinfettante non sempre ne aumenta l’efficacia.
Tutti i disinfettanti usati in modo improprio possono determinare effetti indesiderati (danni ai materiali, inefficacia).
Ogni volta che si prepara una soluzione di disinfettante dovrà essere opportunamente identificata e utilizzata estemporaneamente e comunque in tempi più brevi possibili. Se si ritiene sussista il rischio di contaminazione la soluzione va sostituita con frequenza.
Non rabboccare mai le soluzioni disinfettanti; il rabbocco, andrebbe ad alterare la concentrazione e renderebbe inefficace l’azione del disinfettante.
Non lasciare i contenitori dei disinfettanti aperti e, ogni volta che si aprono, non contaminare la parte interna del tappo (poggiare il tappo sempre rovesciato).
Conservare i contenitori ben chiusi, al riparo della luce, lontano da fonti di calore ed in un apposito armadietto.
Il prodotto deve essere sempre mantenuto nel contenitore originale, a meno che non si renda necessaria la diluizione che andrà fatta seguendo le modalità suggerite dal produttore e utilizzando acqua o altri diluenti.
Per evitare contaminazioni del prodotto evitare di portare a contatto l’imboccatura del contenitore con mani, garze, panni o altro.
Si ricorda che nella pubblica amministrazione – secondo quanto prescritto nei CAM 2021 (“Criteri Ambientali Minimi per l’affidamento del servizio di pulizia e sanificazione di edifici e ambienti ad uso civile, sanitario e per i prodotti detergenti”) – gli addetti al servizio “devono usare i disinfettanti in maniera responsabile per ridurre i rischi per l’ambiente rispettando le corrette modalità d’uso, la frequenza, i dosaggi, i formulati e i tempi di esposizione.
I prodotti utilizzati devono essere idonei a garantire la sicurezza e la tutela dell’ambiente in base alle aree di utilizzo allo specifico protocollo adottato per il servizio fornito.
Tale protocollo, deve altresì riportare le misure attuate per minimizzare l’uso dei disinfettanti e per garantirne un uso sostenibile per l’ambiente, d’essere redatto in collaborazione con la stazione appaltante entro tre mesi dalla decorrenza contrattuale. Le formulazioni concentrate devono essere utilizzate con appositi sistemi di misurazione della dose da diluire”.
Il documento si sofferma anche sul rischio chimico per gli addetti ricordando, ad esempio, che “le sostanze chimiche possono penetrare nell’organismo:
per inalazione (attraverso la bocca e il naso): gli agenti chimici volatili possono mescolarsi con l’aria che respiriamo e raggiungere le basse vie aeree
per ingestione (attraverso la bocca): si possono involontariamente ingerire prodotti chimici, per esempio portando la mano alla bocca per fumare, per mangiare o anche per asciugarsi
per contatto con la pelle e gli occhi: numerose sostanze possono penetrare nel corpo attraverso la pelle e le mucose degli occhi
per contatto con una ferita aperta: attraverso le ferite che interrompono la continuità della barriera cutanea, le sostanze pericolose possono penetrare direttamente nella circolazione sanguigna”.
E l’utilizzatore deve, tra le altre cose:
“usare i prodotti in modo corretto in conformità a quanto riportato nella scheda di sicurezza, nella scheda tecnica e alla procedura di lavoro;
assicurarsi che tutti i prodotti presenti sul luogo di lavoro siano nei rispettivi contenitori etichettati a norma di legge (non devono cioè essere presenti taniche, bottiglie, flaconi, barattoli o altri recipienti anonimi, privi delle necessarie indicazioni e diciture o, peggio, con diciture riguardanti prodotti diversi da quelli contenuti)”.
Leggendo tale documentazione risulta evidente che oggi è consigliato rivolgersi ad una Impresa di Servizi, come Ecomm srl, che abbia un Know How adeguato ed abbia la capacità di rispettare la normativa vigente che abbraccia ormai vari campi, quali la sicurezza, l’ambiente e la salute del Lavoratore.
Quando si affronta la progettazione di un servizio di pulizia tecnica in ambiente ATEX è assolutamente necessario pensare a quali macchinari ed attrezzature siano idonei ad operarci.
Una zona ATEX è un volume fisico, parte di un impianto o di un’area di lavoro, dove è stata computata o valutata la probabile presenza di atmosfera potenzialmente esplosiva (aria + gas/vapori oppure aria + polveri oppure aria + gas/ vapori + polveri).
Chiaramente anche queste zone devono essere incluse in operazioni di pulizia tecnica per mantenere le condizioni di sicurezza e salubrità imposte dalla legge, per tale ragione ci si affida ad Aziende tecnicamente preparate, come Ecomm srl.
Al giorno d’oggi le esplosioni interessano industrie manifatturiere e processi lavorativi che coinvolgono l’utilizzo di materiali in forma di polvere; tale fenomeno avviene con una frequenza abbastanza elevata: secondo alcuni studi si verificherebbe un’esplosione di polveri al giorno.
Nella maggioranza dei casi questi avvenimenti non hanno conseguenze devastanti, ma a volte possono causare danni estesi che possono portare anche alla chiusura totale o parziale delle attività coinvolte.
Un’esplosione di polveri può essere definita come un evento più o meno dannoso causato da una violenta reazione di combustione di una polvere esplosiva che avviene quando si verificano particolari condizioni.
Per capire come questi eventi si originano è necessario introdurre un altro importante elemento: il pentagono dell’esplosione, cherappresenta i cinque fattori che devono essere presenti per creare l’esplosione delle polveri, ovvero:
la scelta di quale tipologia di aspiratore ATEX e di quali procedure operative sono da svolgere per la pulizia tecnica è da effettuarsi in fase di analisi con il Cliente e sono proprie della tipologia di “sporco” da rimuovere.
In generale possiamo dire che qualsiasi polvere combustibile, sia essa derivante da materiali metallici ossidabili (alluminio, ferro..), sostanze organiche naturali (zucchero, cereali…) o sintetiche (pesticidi, materie plastiche…), è potenzialmente soggetta ad esplosione.
La proprietà esplosiva dipende dalle caratteristiche chimico-fisiche delle polveri e da altre condizioni legate all’ambiente.
I parametri principali che determinano la pericolosità delle polveri e, di conseguenza, delle esplosioni sono: Kst, Pmax, MIE, MIT, LEL and UEL., a cui si aggiungono i parametri fisici.
Indice di deflagrazione della polvere – Kst e Pmax
Il Kst, insieme al Pmax (massima pressione d’esplosione di una data polvere – viene misurata in bar), è il dato che permette di valutare il rischio di esplosione polveri associato ad un impianto o processo e di capire quanto è distruttiva una data polvere in caso di deflagrazione.
Al fine di confrontare la violenza esplosiva delle polveri sono infatti stati adottati diversi sistemi di classificazione. Uno dei più noti fa riferimento alla classificazione di Bartknecht che suddivide le polveri combustibili in quattro classi di pericolo in relazione al Kst.
Limite inferiore di esplosività (LEL) e limite superiore di esplosività (UEL)
Il LEL (Lower Explosion Limit) e l’UEL (Upper Explosion Limit) rappresentano i limiti di esplodibilità e sono rispettivamente la concentrazione in aria di sostanza infiammabile al di sotto e al di sopra della quale l’atmosfera non esplode (range di esplosione). Tali limiti sono misurati in miscela con l’aria.
Minima Energia di accensione (MIE)
La MIE (Minimum Ignition Energy) è l’energia che, in condizioni di prova specifiche, risulta in grado d’innescare la polvere sottoposta a test.
Quando si parla di polveri esplosive si deve tenere in considerazione il fatto che la MIE risulta correlata alla granulometria: le particelle fini tendono ad avere energie di innesco più basse rispetto alle polveri grossolane.
Temperatura minima di accensione della nube (MIT)
La MIT (Minimum Ignition Temperature) rappresenta la temperatura minima a cui avviene l’accensione della polvere. In questo caso è bene specificare che le polveri, a differenza di gas e vapori, hanno due temperature di accensione: una relativa alla nube di polvere e l’altra inerente l’accensione dello strato di polvere (LIT)
Parametri fisici che influenzano l’esplosività polvere
Per terminare questo articolo è utile precisare che l’esplosività di una polvere è influenzata da molti altri fattori come: composizione chimica, natura del combustibile, granulometria, umidità ecc.
Composizione chimica e reattività: quando si propaga un’esplosione di polvere, avviene una reazione tra le particelle di polvere e l’ossigeno atmosferico. La velocità con cui l’ossigeno viene consumato dipendono dalla natura chimica della polvere e dal suo potere calorifico. Quest’ultimo parametro è molto importante perché determina la quantità di calore che può essere liberata nell’esplosione.
Natura e concentrazione del comburente: come abbiamo visto, l’ossigeno è uno dei comburenti più diffusi. L’aumento di ossigeno in atmosfera ATEX accentua la reazione di combustione, aumentando quindi la velocità di esplosione. Al contrario, per fermare il fenomeno esplosivo, è necessario ridurre l’ossigeno mediante miscelazione con gas inerti quali azoto, anidride carbonica.
Granulometria: man mano che le dimensioni delle particelle di polvere diminuiscono, la superficie di contatto aumenta e la polvere brucia più facilmente. Questa situazione è amplificata dal fatto che le microparticelle sono più disperdibili e restano più a lungo in sospensione. Anche la pressione massima di esplosione aumenta al diminuire della granulometria.
Umidità: in generale possiamo dire che la presenza di umidità tende a diminuire l’esplosività perché le particelle di polvere diventano più coese e creano degli agglomerati che sono più difficoltosi da disperdere e quindi più difficili da innescare. Questa reazione non è però valida per tutte le tipologie di polveri
Come abbiamo visto le polveri esplosive possono essere più o meno pericolose a seconda delle diverse caratteristiche chimico-fisiche delle stesse e dei fattori esterni che possono influenzarne l’esplosione. Per evitare conseguenze dannose è necessario quindi affidarsi ad un’Azienda preparata, come Ecomm srl, che sia capace di una attenta progettazione del servizio di pulizia tecnico.
Gli operatori di Ecomm srl, che intervengono nelle operazioni di pulizia tecnica, sono formati, informati ed addestrati per queste specifiche mansioni e le attrezzature ed i macchinari utilizzati nel servizio di pulizia sono dimensionati e strutturati tenendo in considerazione la natura delle polveri, i fattori ambientali e le norme in materia (Direttiva 2014/34/UE, Direttiva 1999/92/CE ).
Gli aspiratori industriali ATEX, forniti ad Ecomm srl da Aziende Italiane preparate, sono costruiti per operare nel pieno rispetto delle normative ATEX vigenti, garantendo la massima sicurezza operativa, grazie alle loro caratteristiche tecniche:
Alimentazione elettrica o ad aria compressa
Filtri antistatici e filtri assoluti
Motori certificati ATEX all’origine
Costruzione in acciaio INOX AISI 304 o 316
Componentistica elettrica certificata ATEX dal costruttore
Naturalmente la scelta di quale tipologia di aspiratore ATEX e di quali procedure operative sono da svolgere per la pulizia tecnica è da effettuarsi in fase di analisi con il Cliente e sono proprie della tipologia di “sporco” da rimuovere.
I servizi di pulizia industriali nelle Industrie Meccaniche hanno un impatto molto importante sull’ambiente a causa della tipologia di sporco che deve essere quotidianamente rimosso.
Infatti, nonostante l’evoluzione tecnologica abbia migliorato molto le performance dei macchinari utilizzati, questi disperdono ancora elementi inquinanti nell’ambiente, che devono essere quotidianamente puliti e i liquidi di risulta correttamente smaltiti.
In Ecomm srl fa parte della cultura d’impresa la ricerca continua di nuove soluzioni per rendere le pulizie industriali più sostenibili, e nello stesso tempo efficienti.
Senza il rispetto per il pianeta, per le sue risorse e per le generazioni che verranno non è infatti possibile immaginare un domani sostenibile.
La sfida per i prossimi 10 anni è di dar vita a un modello di business che non solo permetta il sostentamento dell’impresa a lungo termine, ma che sia anche attento all’ambiente, al benessere sociale e a una governance equa e lungimirante.
Infatti i parametri che un’azienda deve tenere in considerazione per progettare servizi di pulizia industriali sostenibili sono racchiusi nell’acronimo ESG (Environmental, Social and Governance).
I criteri “Environmental”prendono in considerazione il modo in cui un’azienda contribuisce alle sfide ambientali e al contrasto del cambiamento climatico.
Un’azienda sostenibile, come Ecomm srl, è infatti in primo luogo un’azienda rispettosa dell’ambiente, il che si traduce, per esempio, in azioni virtuose volte a:
ridurre le emissioni inquinanti;
utilizzare le energie rinnovabili;
diminuire l’impatto ambientale;
contenere il consumo di acqua;
smaltire attentamente i rifiuti;
adottare soluzioni di economia circolare.
Esempi di azioni virtuose intraprese da Ecomm srl sono ad esempio il riutilizzo dei contenitori dei detergenti; la scelta di moderni macchinari d pulizia 4.0 che permettono un risparmio di acqua ed energia; la progettazione del ciclo produttivo con particolare attenzione allo smaltimento dei liquidi reflui; l’utilizzo di energie rinnovabili per la ricarica dei macchinari Aziendali.
I criteri di “Social and Governance” analizzano il modo in cui un’azienda è amministrata e all’etica delle decisioni prese.
Un’impresa sostenibile è infatti un’impresa in grado di produrre valore per la collettività, per l’organizzazione e per tutti gli stakeholder interessati dall’attività dell’azienda, agendo con l’obiettivo di produrre profitti in modo etico.
Per raggiungere questo scopo, Ecomm srl:
investe in innovazione, tecnologia, digitalizzazione e ricerca;
paga adeguatamente il personale e i fornitori;
ha una politica di prezzi equa;
privilegia materie prime certificate e del territorio;
contribuisce allo sviluppo dell’economia locale;
svolge servizi utili e in grado di migliorare la vita dei consumatori.
Ecomm srl lavora quotidianamente per ricercare innovazione e nuove tecnologie industriali e digitali per la pulizia industriale, seguendo l’evoluzione delle tecniche a livello Europeo senza trascurare di sviluppare l’economia locale e le Aziende del territorio.
Il risultato di tale mole di lavoro, che coinvolge il personale Ecomm srl, i suoi fornitori e consulenti, è quindi la creazione di procedure di lavoro specifiche per la pulizia industrialenelle Industrie Meccaniche, che guidano il lavoro degli operatori Ecomm srl al fine di dare al Cliente il risultato voluto, con la giusta sensibilità alla sostenibilità ambientale e sociale.
Il decreto legislativo 81/2008, all’allegato IV, al paragrafo 1.9.1, “areazione dei luoghi di lavoro chiusi” prevede che, se sono utilizzati impianti aeraulici (condizionamento dell’aria o ventilazione meccanica), gli stessi devono essere sempre mantenuti funzionanti.
La definizione di impianto aeraulico è presente nella norma UNI 10339:1995 che definisce tale il complesso di apparecchiature, dispositivi, accessori e controlli necessari per ottenere la qualità dell’aria negli ambienti secondo condizioni predefinite in base alla: temperatura, umidità, assenza di inquinanti e ricambi d’aria.
Per impianti aeraulici quindi si intendono:
impianti di condizionamento e di climatizzazione ;
impianti ditermoventilazione;
impianti di ventilazione
Del sistema impiantistico, degni di nota sono gli apparati terminali tra i quali rientrano le griglie di ripresa, le griglie di aspirazione e le bocchette di mandata.
La pulizia, l’igiene, l’efficienza e la manutenzione degli impianti areaulici e di climatizzazione influenzano la salute degli occupanti degli edifici, causando spesso attacchi influenzali e malessere.
Gli stessi, poi, devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori, al fine di permettere che questi respirino aria salubre nei luoghi di lavoro.
La norma UNI 10339 ci fornisce una definizione di qualità dell’aria legata essenzialmente al fatto che non debba contenere contaminanti noti in concentrazioni tali da arrecare danno alla salute e causare condizioni di malessere per gli occupanti. I contaminanti, contenuti sia nell’aria di rinnovo che in quella ricircolata, sono gas, vapori, microrganismi, fumo e altre sostanze particolate. L’aria, secondo la norma UNI è classificata quindi secondo diversi “livelli di qualità” in base alla quantità di sostanze inquinanti presenti al suo interno.
Il 27 febbraio 2020 l’OMS ha pubblicato il documento di orientamento “Preparare il posto di lavoro per COVID-19”, il SARS.Cov2-19 è un virus che si ritiene sia trasmissibile da persona a persona con tre modalità:
per contatto ravvicinato e diretto con una persona infetta;
per inalazione di goccioline liquide prodotte dalla persona infetta;
tramite contatto con superfici contaminate dal virus.
Ai fini delle modalità di trasmissione è determinante il fatto che le persone infette tossendo, starnutendo, parlando e respirando, emettono goccioline di liquido infettate con il virus, che possono:
depositarsi sulle superfici vicino alla persona infetta e quindi essere poi riprese da chi tocca tali superfici, quindi anche apparati terminali del sistema aeraulico (contaminazione indiretta);
essere inalate da chi si trova vicino alla persona infetta o in un ambiente contaminato (contaminazione diretta).
Il contatto diretto con le secrezioni respiratorie sembra essere, in queste situazioni, la principale via di trasmissione.
COME SANIFICARE UN IMPIANTO AERAULICO
È possibile raggruppare le fasi operative da seguire per le operazioni di disinfezione da attuare sugli impianti di aerazione.
Si parte con il sopralluogo attraverso il quale effettuare una valutazione delle problematiche igieniche ed epidemiologiche al quale l’edificio è soggetto.
Al fine di non dimenticare alcun impianto e i singoli apparati che ne fanno parte, fondamentale è il censimento degli stessi e della relativa documentazione.
Si prosegue poi con l’individuazione delle problematiche tecniche degli impianti, delle criticità di natura igienico-sanitaria e delle problematiche di sicurezza relative al cantiere (che dovrà essere allestito per eseguire la bonifica), quindi all’analisi funzionale degli impianti.
Per individuare le problematiche è possibile procedere attraverso un’ispezione tecnica che prevede prelievi microbiologici di superficie, aria, acqua di condensa e particolato e una videoispezione dei condotti.
I risultati di una ispezione tecnica possono essere due:
L’impianto è pulito e si propone un piano di controllo e monitoraggio, comprensivo di ispezioni tecniche programmate oppure l’impianto risulta non idoneo ed e’ necessario effettuare la bonifica.
Verificate le problematiche dell’impianto, si passa a definire il metodo di pulizia e disinfezione, che riguarderà:
Sanificazione unità di trattamento aria ed apparecchiature.
Sanificazione delle condotte di distribuzione.
Sanificazione componenti di linea.
Sanificazione degli apparati terminali aeraulici.
Prima dell’esecuzione della pulizia (rimozione meccanica del particolato depositato all’interno delle condotte) e la disinfezione (cioè il trattamento con appositi prodotti disinfettanti) è necessario mettere in atto delle misure di contenimento della contaminazione ambientale in base all’ambito di lavoro e stato degli impianti.
La pulizia e la disinfezione devono interessare l’impianto in ogni sua parte, quindi gli apparati presenti, dalla presa dell’aria esterna fino all’ultimo terminale, considerando sia le condotte di mandata sia quelle di ricircolo.
Naturalmente i prodotti da utilizzare dipendono dalla tipologia di impianto aeraulico:
impianti di condizionamento e di climatizzazione, è consigliato l’utilizzo di aerosol disinfettante e, per le parti esterne, ipoclorito di sodio (0.1% -0,5%), etanolo (62-71%) o perossido di idrogeno (0.5%), per un tempo di contatto adeguato.
griglie di ripresa, le griglie di aspirazione e le bocchette di mandata, è consigliato l’utilizzo di ipoclorito di sodio (0.1% -0,5%), etanolo (62-71%) o perossido di idrogeno (0.5%), per un tempo di contatto adeguato.
impianti di termoventilazione è consigliato l’utilizzo di aerosol disinfettante e, per le parti esterne, ipoclorito di sodio (0.1% -0,5%), etanolo (62-71%) o perossido di idrogeno (0.5%), per un tempo di contatto adeguato.
impianti di ventilazione è consigliato l’utilizzo di aerosol disinfettante e, per le parti esterne, ipoclorito di sodio (0.1% -0,5%), etanolo (62-71%) o perossido di idrogeno (0.5%), per un tempo di contatto adeguato.
condotte di aerazione è consigliato l’utilizzo di macchinari di lavaggio specifici e aerosol disinfettante
Una programmazione periodica delle ispezioni secondo un piano di controllo e monitoraggio garantisce una migliore risposta degli impianti di aerazione e Covid-19 e consente una migliore gestione del rischio igienico sanitario da essi derivante.
La frequenza delle ispezioni visive e tecniche sono consigliate con una frequenza annuale, comunque stabilite in base ai risultati delle precedenti ispezioni e della valutazione dei rischi.
Il Facility Management è l’attività organizzativa che controlla tutte le attività che non riguardano il core business di un’azienda (ad esempio i servizi di cleaning, i servizi di manutenzione, le reti telefoniche e di telecomunicazione o il servizio di mensa), garantendo il corretto funzionamento delle facilities (strutture) e dei loro impianti e servizi (norme e definizione ufficiale europeo: EN 15221).
La Proprietà ha quindi uno strumento per dirigere e verificare la manutenzione, preservando così il valore dei propri asset, mentre il fornitore di servizi Facility Management (quale è Ecomm srl) dispone di uno strumento di nuova concezione che lo guida e assiste sino ad offrire un servizio di qualità che soddisfi le esigenze della Proprietà.
La necessità di innovare ed efficientare i modelli di gestione dei servizi, adottando processi e tecnologie sempre più direzionate verso l’automazione e l’interconnessione, ha portato nel corso degli ultimi anni a dovere ricercare nuovi percorsi di cambiamento nei modi di pensare ed erogare i servizi stessi, facendo nascere il concetto di Facility Management 4.0.
Per dare un contenuto a questo termine, è utile avere presente quanto è già avvenuto (e sta avvenendo) nel campo della produzione industriale, dove, la disponibilità di sensori e di connessioni wireless a basso costo, ha permesso una nuova rivoluzione industriale.
Tutto questo si associa a un impiego sempre più pervasivo di dati e informazioni, di tecnologie computazionali e di analisi dei dati, di nuovi materiali, componenti e sistemi totalmente digitalizzati e connessi (internet of things and machines).
Per tale percorso di innovazione è stato coniata l’espressione Industria 4.0.
Come tutte le rivoluzioni industriali è la tecnologia che svolge un ruolo centrale con il compito di ottimizzare i processi produttivi, supportare i processi di automazione industriale e favorire la collaborazione produttiva tra imprese attraverso tecniche avanzate di pianificazione distribuita, gestione integrata della logistica in rete e interoperabilità dei sistemi informativi.
Cosa succede in Europa ed in Italia?
Per quando concerne il mondo dei servizi e del Facility Management, in Europa vi è un ritardo nell’analisi organica delle ricadute che le nuove tecnologie possono portare nel modo di pensare e fare servizi.
Alcune applicazioni di tali tecnologie nel campo dei servizi sono state presentate solo negli ultimi anni in convegni o pubblicate in riviste del settore (ad esempio“FMI Facility Management Italia”; i numerosi convegni ANIP), destando particolare interesse non solo per l’approfondimento delle tecnologie adottate, ma soprattutto per l’analisi di quanto queste tecnologie possano comportare in termini di risultati.
Questi casi sono da considerarsi episodici, poiché nel mondo industrializzato non esiste ancora una visione strutturata e condivisa di cosa potrebbe essere Facility Management 4.0.
Per superare questo ritardo, rispetto ad un mercato che richiede innovazione, è essenziale che si possa analizzare quanto le nuove tecnologie hardware, i nuovi modelli di gestione, il cloud, gli strumenti di virtualizzazione e di collaborazione possano contribuire a migliore l’erogazione dei servizi, sia in termini di efficienza che di efficacia, oltre a dare risposta al tema oggi chiave del mondo dei servizi che è la controllabilità degli stessi.
Ecomm srl ha lavorato proprio ad una soluzione che potesse sfruttare tutto il vasto campo di innovazione, trovando nello sviluppo di una Applicazione Web lo strumento fondamentale per svolgere tutte le operazioni legate al Facility Management 4.0 e per tenere sotto controllo tutti i centri di costo, garantendo efficienza, velocità e precisione.
Un’ Applicazione Web che vantaggi porta?
Un’applicazione web rende automatica e veloce la verifica della checklist, con l’aspettativa di ottenere dati più precisi, personale più motivato ed essere in grado di intervenire rapidamente perché non è necessario attendere la fine del mese per rendersi conto che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe.
La soluzione permette quindi di velocizzare e semplificare il lavoro quotidiano nel Facility Management, ma anche di ridurre l’impiego di carta: al posto dei fogli, lo schermo di un tablet.
I Responsabili ricevono ora rapporti di sintesi mensili più ricchi di informazioni, precisi ed efficaci e possono intervenire per modificare in tempo reale quali dati ricevere e quali non sono più di interesse.
I dati possono venire archiviati e sincronizzati nel cloud; possono, inoltre, essere condivisi e analizzati da diversi Responsabili, possono prevedere notifiche push, la possibilità di scattare e caricare foto e altre funzionalità avanzate.
L’abbandono di un processo manuale e basato sulla carta in favore di una procedura digitale e automatizzata consente di risparmiare tempo, evitare gli errori di trascrizione e aumentare il livello di affidabilità delle ispezioni periodiche.
Inoltre, è possibile riorganizzare i dati in base alle esigenze dei singoli gruppi di lavoro, sempre in tempo reale, al fine di intervenire ad apportare modifiche, miglioramenti e maggiore efficienza.
L’applicativo di Ecomm srl risulta semplice ed intuitivo: permette al responsabile Risorse Umane di svolgere più agevolmente le operazioni di raccolta dati sulle ore lavorate dai dipendenti, sulle sostituzioni e sugli interventi straordinari, essendo questi caricati direttamente dai Caposervizio e dagli Operatori in tempo reale.
In questo modo si può avere sotto controllo tutti i cantieri, riducendo i costi del personale e delle attrezzature utilizzate, che nel caso di Ecomm srl si suddividono in 7 categorie, tutte da monitorare.
Il cliente di Ecomm srl può accedere alla propria pagina, controllando lo svolgimento delle operazioni programmate e segnalando eventuali anomalie riscontrate, in modo che possano essere risolte velocemente durante il servizio.
L’Applicazione Web di Ecomm srl è uno strumento fondamentale per svolgere tutte le operazioni legate al Facility Management 4.0, essa permette di:
Pianificare il Calendario degli Interventi: la generazione del calendario è semplice ed immediata, è possibile avere un calendario online sempre disponibile che contiene interventi pianificati di manutenzione ordinaria e straordinaria, su cui si possono eseguire numerose attività. Ogni modifica è immediata e semplice: spostare un intervento, dividere le relative attività su più interventi o unire più interventi in intervento unico, aggiungere o togliere la singola attività.
Generare la scheda di lavoro in pochi secondi e con altrettanta velocità si può inviarla a site manager, operatore Facility Management 4.0 o altre figure coinvolte.
Gestire una richiesta di manutenzione, generando un ticket e avvisando con gli alert i responsabili, i tecnici e agli operatori a seconda del grado di urgenza assegnato.
Creare piani di manutenzione personalizzati per i clienti o per differenti tipologie dei servizi offerti, dettagliare i tempi standard nella definizioni delle attività, e stimare i carichi di lavoro delle programmazioni generate.
Controllare gli Asset coperti dal contratto di manutenzione; estrarre il registro della manutenzione di estintori, impianti, condizionatori, mobili, macchinari.
Consentire al Cliente di Ecomm srl di accedere ai propri dati, estrarre i report di intervento e le statistiche dei lavori eseguiti.
Negli Operatori e nel Responsabili di Servizio di Ecomm srl convivono ormai la manualità e la sapienza della tradizionale Impresa di Servizi di Pulizia con la tecnologia e l’organizzazione del moderno facility management 4.0, consentendo un servizio di alta qualità a costi contenuti.
In molti comparti industriali si assiste in questo periodo ad una ripresa della crescita: aumentano gli ordinativi e la programmazione delle consegne, in alcuni casi si assiste a nuove assunzioni di personale specializzato.
La crescita porta benefici alle aziende ed al loro indotto, in primis alle solide realità di Facility Management come Ecomm srl, ma porta anche ridotti periodi di chiusura, in cui devono essere concentrate tutte le manutenzioni e le pulizie tecniche degli stabilimenti e degli impianti produttivi.
Tale attività, complementare a quella di manutenzione, opera direttamente su macchinari e impianti industriali impiegati nel processo produttivo: il mantenimento del livello di pulizia favorisce l’efficienza degli impianti contribuendo al raggiungimento di elevati standard qualitativi. Tra le pulizie tecniche di maggiore urgenza vi sono interventi di cleaning sui macchinari, sugli impianti, sulle canaline delle linee elettriche che si snodano all’interno di un moderno stabilimento, al fine di impedire accumuli di sporcizia, causa di malfunzionamenti o, in rari casi, anche di surriscaldamenti (pensiamo ai sistemi di ventilazione intasati da polveri) e di incendi (nelle canaline elettriche coesistono spesso fili elettrici e strati di lanuggine infiammabile).
Le pulizie tecniche e industriali devono essere realizzate da personale altamente qualificato, coordinato dai responsabili del servizio, che abbia partecipato a corsi di formazione sull’utilizzo di prodotti e macchinari specifici e sulla sicurezza nell’ambiente di lavoro, Ecomm srl presta molta attenzione proprio alla formazione ed alla progettazione di tali interventi.
Tecnologie d’avanguardia e alta specializzazione delle squadre permettono quindi di intervenire in qualsiasi ambiente industriale e nei diversi settori produttivi, ma necessitano di un certo periodo per essere progettate e pianificate, il consiglio è quindi di concordare con anticipo, insieme al team tecnico di una seria Azienda di Facility Management, gli obiettivi e le modalità di questi servizi essenziali, in modo da avere sempre gli impianti in piena efficienza.
E’ una scarica elettrica causata dal trasferimento di elettricità statica da un oggetto ad un altro. La carica elettrica si può formare per sfregamento e separazione tra due materiali differenti, ad esempio: per calpestio su pavimenti sintetici, per sfregamento del corpo su indumenti sintetici o per spostamento di contenitori di plastica. In casi estremi, con umidità relativa inferiore al 20% la carica può raggiungere i 35/40KV.
La comune scossa elettrica che si avverte toccando un oggetto o una persona è proprio una ESD e bisogna purtroppo accettare il fatto che un guasto causato da ESD può avvenire in qualunque momento del ciclo di vita di un dispositivo.
Proprio per proteggere macchinari o persone dai danni provocati da ESD, il passo fondamentale è creare una EPA (Electrostatic Protected Area), un area adeguatamente protetta in cui vengano minimizzati i rischi di danno. Essa può comprendere un ufficio, un reparto produttivo, un magazzino o anche solo una postazione di lavoro singola.
La Ecomm srl opera da anni nella manutenzione di pavimenti di EPA, al fine di minimizzare i rischi di danno da ESD.
I metodi di creazione di un pavimento con caratteristiche dissipative sono essenzialmente due:
1- il rifacimento completo del pavimento,
2- la stesura di protettivi ESD al pavimento esistente.
Certamente la scelta su quale tipo di intervento effettuare dipende da esigenze quali costi, tempo di intervento e benefici richiesti dall’intervento stesso.
Proprio per questo la scelta oggi cade sulla stesura di protettivi ESD, che hanno i vantaggi di avere un costo limitato ed un tempo di realizzazione breve (al termine del trattamento il pavimento è calpestabile dopo sole 6/8 ore), dando la possibilità a tutti di avere un’EPA all’interno del proprio stabilimento o ai propri uffici.
Naturalmente questa soluzione prevede un intervento di preparazione e stesura del protettivo ESD ed un conseguente programma di manutenzione che mantenga nel tempo intatte le caratteristiche statico dissipative richieste per il pavimento.
E’ consigliabile quindi analizzare con un tecnico di Ecomm srl quali obiettivi si vogliano raggiungere per avere una EPA adeguata alle esigenze dell’azienda.
Tutte le persone che collaborano con aziende come la Nostra sono tutti i giorni a contatto con detergenti, sigillanti, detersolventi, disinfettanti: per questo la sensibilità mostrata da Ecomm srl al rispetto dell’ambiente è massima e ci affidiamo ad aziende produttrici certificate Ecolabel, come Firma Chimica.
La collaborazione tra Ecomm srl e Firma Chimica è nata 11 anni fa, allo scopo di studiare, produrre ed adottare prodotti di qualità, con un ottimo rapporto qualità prezzo e con massima attenzione alle persone che tali prodotti li utilizzano quotidianamente.
Firma Chimica produce detergenti a marchio Ecolabel, disinfettanti registrati al Ministero della Sanità, prodotti per la manutenzione e la protezione delle superfici.
L’Ecolabel UE (Regolamento CE n. 66/2010) è il marchio dell’Unione europea di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale, che possono così diversificarsi dai concorrenti presenti sul mercato, mantenendo comunque elevati standard prestazionali.
Il Marchio Ecolabel, il cui logo è rappresentato da un fiore, attesta che il prodotto o il servizio ha un ridotto impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita, ed è uno strumento volontario, selettivo e con diffusione a livello europeo.
Strumento volontario:
La richiesta del marchio Ecolabel UE è del tutto volontaria. I fabbricanti, gli importatori o i distributori possono richiedere l’Ecolabel, una volta verificato il rispetto dei criteri da parte dei prodotti.
Strumento selettivo:
L’etichetta ecologica è un attestato di eccellenza, pertanto viene concessa solo a quei prodotti che hanno un ridotto impatto ambientale. I criteri ecologici e prestazionali sono messi a punto in modo tale da permettere l’ottenimento dell’Ecolabel UE solo da parte di quei prodotti che abbiano raggiunto l’eccellenza ambientale. I criteri vengono revisionati e resi più restrittivi, quando se ne verifichi la necessità, in modo da premiare sempre l’eccellenza e favorire il miglioramento continuo della qualità ambientale dei prodotti.
Strumento con diffusione a livello europeo:
Forza dell’Ecolabel UE è proprio la sua dimensione europea. Il marchio può essere usato nei 27 Stati Membri dell’Unione europea così come in Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
Il marchio Ecolabel UE incoraggia i fabbricanti a progettare prodotti “amici” dell’ambiente e dà ai consumatori la possibilità di fare scelte ambientalmente consapevoli e affidabili nei loro acquisti.
La concessione del marchio è basata su un sistema multicriterio, caratteristico delle etichette di Tipo I (ISO 14024), applicato ai prodotti divisi per gruppi. I criteri ecologici di ciascun gruppo di prodotti sono definiti usando un approccio “dalla culla alla tomba” (LCA – valutazione del ciclo di vita) che rileva gli impatti dei prodotti sull’ambiente durante tutte le fasi del loro ciclo di vita, iniziando dall’estrazione delle materie prime, dove vengono considerati aspetti volti a qualificare e selezionare i fornitori, passando attraverso i processi di lavorazione, dove sono gli impatti dell’azienda produttrice ad essere controllati, alla distribuzione (incluso l’imballaggio) ed utilizzo, fino allo smaltimento del prodotto a fine vita.
Gli studi LCA (valutazione del ciclo di vita) alla base dei criteri si focalizzano su aspetti quali il consumo di energia, l’inquinamento delle acque e dell’aria, la produzione di rifiuti, il risparmio di risorse naturali, la sicurezza ambientale e la protezione dei suoli. Per ottenere l’Ecolabel UE ai parametri ambientali si aggiungono i criteri di idoneità all’uso, utili a qualificare il prodotto anche dal punto di vista della prestazione, per superare il luogo comune che considera i prodotti ecologici come prodotti di scarsa qualità.
Per Noi di Ecomm srl, comunque, Ecolabel non è solo un marchio, ma uno stile di vita.